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Piacenza, addio a Gaetano Mantovani, giorno triste per il lavoro. "Il suo sguardo sul futuro ci accompagnerà sempre"
Gaetano Mantovani
Gaetano Mantovani con Fausto Vigevani
Gaetano Mantovani
 Un punto di riferimento per tutto il territorio piacentino e per il mondo del lavoro. Attore di primo piano in sfide cruciali come il decomissioning della centrale nucleare di Caorso, o come le prime crisi dei migranti che ci investirono ad inizio anni ’90. Anticipatore nei tempi politici e sociali, come quando venne portata la polizia di Stato sotto l’egida civile con relativa apertura al sindacalismo anche per le forze dell’ordine. Avrebbe compiuto 80 anni in luglio Gaetano Mantovani, classe ’41, segretario generale della Cgil piacentina dal ’91 al ’96, prima ancora segretario organizzativo per tutti gli anni ’80 e ancor prima in Segreteria confederale (anni ’70) e responsabile del settore sanità in funzione pubblica. Insegnante di chimica e fisica all’Itis, le sue capacità furono al servizio anche delle istituzioni, con un’esperienza come assessore ai lavori pubblici nella giunta di Giacomo Vaciago e poi in consiglio provinciale.
Una figura umana e politica patrimonio insopprimibile dell’azione democratica della Cgil di Piacenza, il suo modo di lavorare, la sua sensibilità intellettuale da “operaista” resterà per sempre nel DNA della Cgil. E’ un giorno di lutto per tutte e tutti. E’ un giorno triste per tutti coloro che lottano per un mondo più giusto, equo, che non lascia indietro nessuno.
Mantovani – ricorda la Cgil di Piacenza in una nota – sarà ricordato come innovatore e precorritore, sindacalista, politico e intellettuale serio e rigoroso. Fu di Mantovani l’intuizione di istituire il Centro lavoratori stranieri della Camera del Lavoro di Piacenza, ufficio ancora attivo che nacque per la gestione della “Legge Martelli”, prima sanatoria per i migranti in cui Mantovani fu attore principale del confronto con la questura sul tema immigrazione. Mantovani ha sempre guardato alle nuove istanze e alle nuove realtà sociali emergenti intercettandone come nessuno prima i cambiamenti. La rappresentanza è sempre stata vissuta in modo molto profondo da Mantovani: il contatto con le persone, il rapporto con le persone ai margini, con “gli ultimi della fila”, faceva parte della sua cifra sindacale quotidiana.  Mantovani ha rappresentato il collante tra i valori del passato e i mutamenti del presente, e il suo sguardo verso il futuro ci accompagnerà per sempre. La Camera del Lavoro si stringe attorno alla compagna Mirella.