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Part-Time Ausl, Fp-Cgil critica Polledri e risponde all’avvocato Lupi: "Legge l’ha votata anche dall’onorevole, mentre l’avvocato dà una lettura tutta sua del collegato lavoro". 
AGGIORNAMENTO MARTEDI’ 27 SETTEMBRE
Dopo un articolo apparso sul quotidiano Cronaca nei giorni scorsi, in cui l’avvocato Lupi del Foro di Piacenza commentava la presa di posizione critica nei confornti dell’onorevole Polledri sulla questione dei part-time in Ausl, la segreteria della Fp-Cgil ha scritto "un ultima risposta" sul collegato lavoro e la sua declinazione nella questione part-time in Ausl. Qui di seguito la risposta della Segreteria Fp-Cgil:

Leggendo le dichiarazioni, nell’articolo apparso su Cronaca del 24 settembre u.s., inevitabilmente lo sguardo è caduto sulla bella foto che rappresenta il legale che ha redatto l’esposto con un sorridente Ministro Brunetta (forse è un nuovo metodo di certificazione del deposito di un atto), ministro che, come tutti sanno, ha in più occasioni ribadito la propria stima per i dipendenti pubblici e perorati e avallati, all’interno della attuale maggioranza di governo, interventi normativi e regolamentari a tutela dei diritti dei lavoratori appartenenti a tutte le categorie. Tra detti interventi il legale annovera anche il cd. collegato lavoro del quale dà una lettura ben diversa da quella comune a sindacati e giuslavoristi in genere. Ad ogni buon conto l’attuale maggioranza ha effettivamente reso facoltativo il tentativo di conciliazione per le cause di lavoro (che era gestito, gratuitamente, dalle Direzioni provinciali del lavoro), ma, nel contempo, ha reso obbligatoria la mediazione (a pagamento) per chi voglia intraprendere cause di varia natura (cosa dire poi del Contributo unico anche per le cause di lavoro...). Per tornare al caso concreto, ancora una volta ci si domanda dov’erano Ministro, Onorevole e legale nei mesi di incontri e scontri con l’Azienda, di assemblee e colloqui con le lavoratrici, nonché di trattative che hanno portato ad un effettivo miglioramento della proposta del datore di lavoro senza, peraltro, che le OO.SS. abbiano firmato alcun accordo. Semplice intervenire, a cose fatte, con una lettera redatta sulla carta intestata del Parlamento della Repubblica, proponendo a tutte le lavoratrici in part-time un esposto da sottoporre a settembre al Ministro della Funzione Pubblica ed al presidente della “Commissione errori sanitari” (e che mettiamo a disposizione).
E in considerazione del fatto che nessuno di noi è miope, ma, al contrario, ci vediamo benissimo, da ultimo vogliamo sottolineare che, diversamente da quanto sostenuto dal legale che ha redatto l’esposto, la possibilità concessa alla P.A. di rivedere i part-time in essere non è stata introdotta “per caso”.
Il “collegato lavoro” (L. 183/10), infatti, compie un passo ulteriore rispetto al processo di “demolizione” del part-time nel pubblico impiego, avviato da questo Governo nel 2008 con il D.L. n. 112/08 (convertito in Legge n. 133/08), che ha fatto sì che quello che era un diritto del lavoratore sia diventato una facoltà (di concessione) dell’amministrazione, la quale, non potendo più differire la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, può ora rigettarla qualora da essa derivino pregiudizi per la propria attività o qualora l’attività che il dipendente vuole intraprendere sia in contrasto con i compiti dell’ente (L. n. 133 del 2008, art. 73).
Pertanto, se il DL n. 112 del 2008, rendendo la trasformazione del tempo pieno in tempo parziale facoltativa (e non più obbligatoria) per le amministrazioni, aveva colpito le domande di trasformazione presentate successivamente al 25 giugno 2008, data di entrata in vigore del citato decreto legge, ora, con il collegato lavoro, vengono colpite anche le trasformazioni avvenute prima del 25 giugno 2008. E’ vero che il Collegato lavoro attribuisce alle pubbliche amministrazioni la facoltà di sottoporre “a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della trasformazione dei rapporti di lavoro da tempo pieno a tempo parziale già adottati prima della entrata in vigore del DL n. 112/2008”, ma il fatto che si tratti di una facoltà (diritto) e non di un obbligo poco importa, a meno che il legislatore ritenesse di aver fornito alle Pubbliche amministrazioni… una pallottola spuntata.
L’Azienda Sanitaria Locale di Piacenza ha inteso esercitare detta facoltà, per delle motivazioni e con metodi che le Organizzazioni Sindacali, per prime, non hanno condiviso. Per mesi ci siamo incontrati (e scontrati) con l’Azienda perché ritenevamo e riteniamo che l’art. 16 della L. 183/2010 rappresenti un’ulteriore difficoltà agli ormai sempre più ridotti strumenti per il sostegno della maternità e della famiglia, ostacolando l’occupazione femminile e contrastando il sistema di welfare. Inoltre, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni, senza una approfondita valutazione delle tipologie e dei carichi di lavoro, rende l’istituto del part-time una necessità, più che un’esigenza per le donne e, come tale, andava a va salvaguardato da atti di revoca o revisione unilateralmente intrapresi.
Chi scrive sa cosa è avvenuto e cosa è stato fatto e sa, come tutti gli interessati, che mai i lavoratori (come categoria e come singoli) sono stati lasciati soli . 


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Dopo le recenti dichiarazioni e azioni di "propaganda" dell’Onorevole Massimo Polledri della Lega Nord, che ha incontrato il ministro Brunetta nei giorni scorsi per la questione dei Part-Time all’Aziena Usl di Piacenza, qui di seguito la presa di posizione della Segreteria Fp-Cgil di Piacenza che critica l’atteggiamento "incoerente" del parlamentare del Carroccio.


La Segreteria della FP CGIL di Piacenza apprende con "stupore" delle dichiarazioni dell’On. Polledri, riferite alla ormai nota vicenda della revisione dei contratti part-time delle lavoratrici dell’Az. Usl di Piacenza.
Ci sorgono spontanee alcune domande: ma l’On.Polledri sa di cosa sta parlando?
Lo sa, On. Polledri, che l’Az.Usl non ha fatto altro che applicare una legge da Lei votata?
Ma lo sa, Onorevole, quali sono i risultati che unitariamente i Sindacati a Piacenza, in 5 mesi di costante e assiduo lavoro, hanno ottenuto, e che per il futuro siamo attrezzati per la tutela dei singoli casi?
Le facciamo presente che la Cgil ha sempre salvaguardato e protetto i diritti dei lavoratori e per prima si è schierata - in perfetta solitudine - contro il Collegato Lavoro, quella sciagurata legge da Lei votata e che consente alle Aziende ed Enti Pubblici di rivedere e/o revocare i contratti part-time.
Ciò che a nostro avviso è imbarazzante è riscontrare la Sua mancanza di coerenza fra la posizione da Lei tenuta in Parlamento e le iniziative messe in atto sul territorio, peraltro fuori tempo massimo.
Ma Lei dov’era, Onorevole, dal gennaio 2011, data in cui l’Asl di Piacenza ha iniziato la revisione dei contratti part-time? Perché noi, Onorevole, come sempre eravamo - siamo e saremo - al fianco delle lavoratrici, impegnati quotidianamente a cercare di arginare i danni provocati proprio da quella stessa legge sventurata che, ancora una volta Le ricordiamo, Lei ha votato in Parlamento.
On. Polledri, visto che Lei ha così a cuore i diritti dei lavoratori, ci permettiamo di ricordarLe che il governo da Lei sostenuto in questi ultimi anni ha smantellato i diritti del mondo del lavoro e purtroppo chi ne sta pagando e ne pagherà le conseguenze sono come sempre i soggetti più deboli.
Inoltre, in merito al suggerimento che si permette di rivolgerci, che avremmo fatto meglio ad occuparci della vicenda part-time piuttosto che ostacolare la gara ciclistica padana, teniamo a sottolineare che, chi in provincia di Parma ha ostacolato questa corsa lo ha fatto a titolo personale ed è stato immediatamente sospeso dalla Cgil.
La Cgil è un sindacato abituato a lavorare con serietà e coerenza, nonostante le estreme difficoltà che il periodo storico ci impone, fianco a fianco con le lavoratrici e i lavoratori che conoscono gli sforzi e i risultati raggiunti.
A questo punto un’ultima domanda sorge spontanea: chi ha bisogno di visibilità mediatica?

La Segreteria FP Cgil di Piacenza