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Oltre 1500 persone in corteo a Piacenza per lo Sciopero Generale della Cgil: "Un successo". LE FOTO e LE ADESIONI IN E/R
Lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
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lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
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lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
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lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
Sciopero generale Cgil a Piacenza: comizio studentessa in piazza Cavalli
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza
lo sciopero generale Cgil del 6 maggio 2011 a Piacenza

Di Giulia Luberti, studentessa piacentina (discorso pronunciato dal palco dello sciopero generale in piazza Cavalli)

E’un piacere poter portare in questa piazza la testimonianza di una generazione delusa, incazzata, mortificata dagli ultimi eventi, dal degrado globale e dal tacito assenso di gran parte dei miei coetanei, incapaci, delegittimati e impotenti di fronte a una politica e ad una società in cui non si riconosce minimamente nonostante abbia tentato negli ultimi anni di far sentire la propria voce senza trovare lo spazio, l’ascolto ed il doveroso rispetto di cui invece necessiterebbe.
Spesso questa generazione è stata etichettata come riottosa ma inconcludente, in alcuni casi fannullona. Invece vi sorprendereste nello scoprire una generazione, la mia generazione, attiva politicamente, liberamente pensante ma confusa, poiché delusa da ogni fronte politico anche in quello in cui aveva affidato le proprie speranze, anelando che sarebbero stati portati avanti alcuni degli ideali in cui crediamo tra cui meritocrazia, amore per la politica, legalità e senso civico, valori che ad oggi non riconosco in nessuno dei miei rappresentanti, troppo attaccati alle loro poltrone per fare un’opposizione degna di questo nome. È così che oggi vedo il mio futuro in mano a vecchi venduti, prostitute in tailleur condannati e plurindagati che succhiano la linfa vitale del nostro paese. Nel nostro piccolo quotidianamente a testa bassa ci battiamo per i nostri diritti sempre e comunque dopo aver adempiuto ai nostri obblighi, e tutto questo per cosa? Per vedere riconosciuti i meriti a figli di, donne svendute nei letti del potente di turno, senza un briciolo di cervello che hanno scelto di investire nelle loro zone d’ombra piuttosto che in una formazione dignitosa ed onorevole. Mi chiedo che posto riservi a me e a tutti quelli come me questa Italia, a noi che non scendiamo a compromessi, a noi che non siamo figli di, a noi che ci facciamo il culo per conquistarci il nostro pezzo di mondo, a noi che non siamo prostitute, ladri, schifosi menzonieri. Siamo una generazione strozzata da mali come la precarietà, l’assenza di diritti nello studio e sul lavoro e privi di garanzie per il domani. Con i mezzi a loro disposizione, tentano l’impoverimento culturale, anche grazie all’impiego dei mass media che cercano di rendere piatti i nostri encefalogrammi, sferrano un attacco diretto al sistema dell’istruzione pubblica, che in realtà dovrebbe essere l’istituzione che in primis ci rende liberi e tutti uguali.
Per questo, i governi di destra e di sinistra che hanno avvallato flessibilità e precariato hanno una responsabilità storica enorme, che rischia di riportarci in un medioevo culturale da cui si potrà uscire solo con una gigantesca ri-presa di coscienza.
Milioni di giovani hanno intrapreso percorsi formativi, peraltro sempre più cari, credendo di poter un giorno dipanare le proprie capacità creative e produttive in senso liberato e non forzato da un contratto orario o di cottimo. Milioni di ragazzi e ragazze che, sin dai più elementari gesti dello studio e degli stage lavorativi gratuiti sono diventati l’architrave cognitivo per la riproduzione del sistema, permettendo una trasmissione del sapere non retribuita e solo sfruttata.
Oggi quei milioni di ragazzi vedono svilito questo loro impegno, ingrossando le fila dei disoccupati, dei lavoratori ultraprecari che umiliano il proprio percorso di studi per paghe da fame nelle imprese. Siamo una generazione allo sbaraglio sprovvista di referenti politici parlamentari in grado, ma anche solo con la volontà di difenderla. Abbiamo spesso eruttato la nostra rabbia nelle piazze, a causa dello schifo e lo sdegno per la consapevolezza di non poter ambire a sistemazione se non passando per le camere da letto dei nostrani raiss nazionali e locali, piuttosto che per percorsi di fidelizzazione e servitù all’azienda e al padrone, che ritorna oggi ad assumere delle fattezze simil-ottocentesche.
Abbiamo di fronte un panorama istituzionale tutt’altro che degno. Si pensi alla volgarità assunta dall’attività parlamentare o alla meschinità di tentare di sabotare con marchingegni burocratici referendum che hanno dato prova di grande attività della società civile, raccogliendo milioni di firme e di volontà partecipative. Questa dichiarata rabbia generazionale dalla quale Roma ha preferito prendere le distanze con richiami alla concordia di un buonismo proprio di chi non avverte sul proprio futuro la nuvola grigia della scopertura di garanzie e diritti. Una rabbia che si è tradotta con forme nuove all’interno dei cortei studenteschi e precari con il blocco delle città e la pratica degli obiettivi, un modo per generalizzare lo sciopero che crediamo sia in ogni momento convocato rispetto alla “questione sociale”.
Quattro ore di sciopero per noi sono poche, ma possono essere un inizio se saranno accompagnate da un messaggio forte e dal tentativo di arrecare davvero qualche disagio come si conviene a una mobilitazione di carattere sociale. Vorrei fare un appello alla mia generazione: che non bisogna aspettare di soffrire la fame per dire basta, ci stanno privando del nostro futuro, noi che potremmo contribuire a costruire la nostra Italia migliore, noi che ne avremmo le capacità e siamo relegati ai margini di essa quando dovremmo esserne la parte viva. Noi siamo il futuro e abbiamo il dovere di opporre resistenza a questo degrado, qualcuno deve pur cominciare. Noi abbiamo tutto da guadagnare. Svegliamoci e facciamogli capire che non c’è più posto per loro, e chi come noi italiani, immigrati, giovani e vecchi, occupati e disoccupati, donne e uomini che sogniamo un Italia migliore. Facciamoci sentire. Vorrei chiudere citando una frase di Vivian LaMarque: “ si sa il mondo è diviso da chi fa e chi non fa, i primi fuori instancabili a fare, a dare; i secondi in poltrona a sparlare, sentenziare e disprezzare…” cerchiamo di appartenere alla prima instancabile parte. Scioperiamo uniti, studenti, precari e lavoratori, scioperiamo contro la povertà, la disoccupazione, il precariato, le ingiustizie che si accaniscono contro di noi. Scioperiamo Piacenza!


“Più 1.500 persone in piazza a Piacenza con la Cgil: un successo che rilancia la nostra piattaforma”
Oggi, 6 maggio, dalle ore 15,00, piazza Cavalli diventerà “Piazza del Lavoro” con i banchetti informativi delle categorie di attivi e dei pensionati
della Cgil di Piacenza

E’ andata al di là delle previsioni iniziali la partecipazione allo sciopero generale indetto dalla Cgil a Piacenza. “PIù di 1.500 persone hanno sfilato in corteo dietro gli striscioni della Cgil oggi” ha commentato il segretario organizzativo della Camera del Lavoro Paolo Chiappa, che promuove in pieno il nuovo percorso della manifestazione che, partita dal cancello della Cgil di via XXIV Maggio, è proseguito fino a piazzale Torino, via Taverna (di fronte all’ospedale Guglielmo da Saliceto) e per via Garibaldi (sotto le finestre dell’amministrazione provinciale). Visto l’alto numero di partecipanti, il corteo che doveva “tagliare” per via Illica per raggiungere piazza Cavalli ha cambiato all’ultimo l’itinerario finale.

Dopo una “trattativa” con la questura, infatti, gli uffici di viale Malta hanno dato il via libera ai manifestanti per passare da largo Battisti ed entrare così in piazza Cavalli dalla porta principale.

Lì era allestito il palco da cui hanno parlato, tra gli altri, Giulia Luberti, studentessa piacentina il cui discorso, rivolto anche ai suoi coetanei – spronati al “risveglio” dal torpore e chiamati alla protesta – è stato molto applaudito; e Paolo Lanna, segretario generale della Camera del Lavoro. “E’ una piazza bellissima di studenti, lavoratrici, lavoratori, pensionati e migranti – ha detto Lanna – siamo tutti qui a denunciare l’impoverimento del Paese e la depressione economica cui il Governo Berlusconi non risponde. Chi è qui vuole un fisco più equo, una nuova politica industriale che agganci lo sviluppo, un futuro per i giovani, un welfare che non sia azzoppato nei momenti di crisi e più democrazia nei luoghi di lavoro”. La protesta prosegue nel pomeriggio: dalle ore 15,00, piazza Cavalli diventerà “Piazza del Lavoro” con i banchetti informativi delle categorie di attivi e dei pensionati della Cgil di Piacenza.

UFFICIO STAMPA CGIL PIACENZA

6 maggio in ER – alta adesione allo sciopero generale,
decine di migliaia nelle undici manifestazioni con la Cgil

Straordinaria adesione in Emilia Romagna alla giornata di mobilitazione promossa oggi dalla Cgil contro le politiche del governo, per una svolta che garantisca un futuro al paese: piazze gremite da migliaia di manifestanti, come nelle migliori occasioni unitarie, nelle undici manifestazioni territoriali e sciopero ben riuscito sia nei settori pubblici che privati.
Alcune decine di migliaia i partecipanti ai due cortei di Bologna fin sotto le due Torri, per l’insolita location del palco in piazza di Porta Ravegnana, dove si sono ascoltate le testimonianze di alcune lavoratrici e hanno parlato il segretario generale della Camera del lavoro Danilo Gruppi e Danilo Barbi, della segreteria Cgil nazionale. Più di diecimila persone in piazza a Modena secondo Donato Pivanti, segretario generale della Cgil modenese: i due cortei, partiti dalla Maserati e dalla prefettura con la Fiom in testa, sono confluiti in piazza Grande, per l’intervento di Enrico Panini della segreteria nazionale Cgil. Migliaia in corteo anche a Reggio Emilia, fino a Piazza della Vittoria, dove ha aperto la manifestazione il segretario generale Cgil territoriale Mirto Bassoli, seguito dagli interventi di delegate e delegati, di rappresentanti della rete degli studenti e del Comitato referendario acqua pubblica e infine di Maurizio Landini, leader Fiom nazionale.
Colorato e combattivo il corteo che ha attraversato il centro di Parma fino a piazza Garibaldi: sul palco si sono avvicendati i rappresentanti di movimenti e associazioni fino al comizio di Vincenzo Colla, segretario generale Cgil regionale ER. A Ferrara la manifestazione con corteo ha riempito Piazzetta Castello, dove hanno parlato rappresentanti della rete studenti universitari, del Comitato Acqua Pubblica e Mauro Beschi, coordinatore Dipartimento politiche economiche Cgil nazionale.
A Ravenna manifestazione provinciale con corteo fino a piazza del Popolo, per gli interventi di delegati, del rappresentante del Comitato acqua pubblica e di Franco Martini, segretario generale della categoria del commercio Filcams nazionale. A Forlì corteo fino a piazza Saffi dove ha preso la parola Enzo Santolini, segretario generale Cgil territoriale, mentre a Cesena il corteo si è concluso in piazza Amendola dove ha parlato Pietro Bellucci, segretario organizzativo Cgil regionale ER.
Tremila in corteo a Rimini fino a piazza Cavour ad ascoltare il segretario della Cgil territoriale Graziano Urbinati, delegati delle aziende del commercio e metalmeccaniche, una lavoratrice precaria della scuola, uno studente, una rappresentante del Comitato “2 SI per l’acqua” e il comizio conclusivo di Antonio Mattioli, della segreteria Cgil regionale ER. Anche a Imola, in Piazza Matteotti, dopo l’apertura della segretaria generale della camera del lavoro Elisabetta Marchetti, si sono alternati delegati di vari settori, rappresentanti dei pensionati, degli studenti, del Comitato acqua pubblica, fino all’intervento di Cesare Melloni, della segreteria regionale Cgil ER.
Infine a Piacenza un corteo lungo un chilometro, colorato di mille bandiere della Cgil e delle sue strutture, ha sfilato fino a piazza Cavalli, dove ha parlato il segretario generale della Camera del lavoro territoriale Paolo Lanna; l’iniziativa prosegue anche nel pomeriggio con un presidio nella stessa piazza dalle 15,30.
“Ovunque abbiamo costruito grandi manifestazioni di popolo – commenta soddisfatto il segretario generale Cgil ER Vincenzo Colla -, dando visibilità alla protesta diffusa e al patto intergenerazionale che oggi unisce giovani e pensionati, lavoratori e lavoratrici pubblici e privati, precari, contro le politiche del governo che deprimono il paese. Piazze che meritano rispetto e risposte, sui temi della democrazia, del lavoro, dello sviluppo.”
Tra le tante prese di posizione di sostegno alle ragioni dello sciopero, ricordiamo la “dichiarazione congiunta” dei gruppi del Consiglio Regionale Pd, Sel-Verdi, IdV, Federazione della sinistra, che condividono “le motivazioni e gli obiettivi alla base dello sciopero proclamato dalla Cgil”. Decine di analoghi pronunciamenti sono venuti da amministratori, forze politiche, associazioni e movimenti, che hanno anche sfilato numerosi tra i manifestanti. Ben visibili nei cortei gli striscioni dei Comitati per l’acqua pubblica e contro il nucleare, ai quali la Cgil ha aderito in vista del voto del 12 giugno sui referendum e i cui rappresentanti hanno preso la parola in diverse manifestazioni di stamattina.

Alcuni dati significativi dello sciopero in Emilia Romagna forniti dalle strutture Cgil
Settore metalmeccanico: Astra Piacenza 60%, Ocme Parma 75%, Brevini Reggio E. 90% operai e 70% impiegati, Tecnogas Reggio E. 100% operai e 70% impiegati, Corghi RE 80% operai e 50% impiegati, Landini Fabbrico 80% operai e 50% impiegati, Ferrari Auto Modena 40-50% medio, Maserati Modena 90%, Rossi Motoriduttori MO 92%, Bosch R. C. MO 65%; Bonfiglioli Bologna 80%, Ima 75%, Demm Porretta 100%, Kpl BO 95%, Saeco BO 70%, Ducati BO 75%, Lamborghini BO 100%, Cefla Imola 50%, Fox Bompani Ferrara 97%, Berco Ferrara 90%, VM 70% Fe, Marcegaglia Ravenna 40% primo turno, Cisa Ravenna 90%, Marcegaglia Forlì 80%, Sacim Cesena 75%, Fira Cesena 100%, Celbo 90%, Scm Rimini 70%, Verni-Fida Rimini 100%.
Settore costruzioni: RDB Piacenza 100%, Coop Ccpl Parma 100% operai, Cdc Modena 96%, Cmb 90% Modena, Abitcoop MO 100%, Coop Legno MO 100%; Coop Costruzioni Bologna 75%, Variante Valico BO 60%, Coop Lavoranti Legno Ferrara 100%, Industria Cornici Ferrara 40%, Cmc e Italcementi Ravenna 75%, Trombini RA 15%, Gruppo Ferretti Forlì 80%, Ferretti Nautica Cattolica-Rn 65%, Trevi Cesena 70%, Coop Muratori Savignano 100%, Cocif Cesena 90%, Valentini Rimini 80%, Comeca Rimini 100%.
Settore Agroindustria: Conserve Italia Pomposa Ferrara 50%, Sorgeva Coop agricola Argenta FE 90%, Civ Riunite Modena 100%, Consorzio Parmareggio Modena 85%, Inalca Modena 30%, Parmalat Parma 80-100%, Nestlè Parma 100%, Barilla Pedrignano Parma 100%, Mutti Parma 40%, Cevico Forlì 100%, Cac Cesena 70%, Fruttagel Ravenna 90%, New Factor Rimini 50%, NewLat Reggio E. 80%, Coop Cantine Riunite Reggio E. 95%.
Chimica, gomma plastica, ceramica, vetro, energia: Safta Piacenza 45%, Gruppo Gresmalt ex Marazzi Reggio E. 80%, Casalgrande RE 75%, Procter Gamble RE 80%, Rex Nord RE 80%, Plastod Bologna 95%, Hera BO 75%, Testoni BO 70%, Hera Imola 50%%, Coop Ceramica Imola 40%, Basel Ferrara 50%, Edilplast Forlì 60%, Giglioli Cesena 54%, Hera Rimini 46%; Bellco Mirandola 75%, Gruppo Ceramiche Richetti Modena 70%, Cercol MO 70%, Sorin 75% MO.
Tessile-abbigliamento: M. Burani Reggio Emilia 90%, Manifattura S. Maurizio Gruppo Max Mara RE 70%, Mandarina Duck Bologna 70%, Marv Fashion Ferrara 50%, Baroni D. L. MO 70%.
Commercio: Autogrill Piacenza 60%, Lidl Piacenza 75%, Parma Terme 60%, Gruppo Cir Reggio E. 90%, Cir Modena 75%, Coop Estense Modena 60%, Manutencoop Carpi 90%, Autogrill Roncobilaccio Bologna 100%, Pianeta Bologna 80%, Camst Imola 100%, Coop Alfonsine Ravenna 95%, Cir Ferrara 60%, Coopma Ferrara 50%, Pierantoni Forlì 60%, Camst Cesena 55%, Gruppo Coop Rimini 50%.
Funzione Pubblica: Comune Bologna 68%, Ospedale S. Orsola Bologna 70%, Inpdap BO 60%, Comune Ferrara 70%, Ospedale S. Anna Ferrara 60%, Policlinico Modena 30%, Comune Formigine 50%, Comune Modena 68%, Unione Terre D’Argine 70%, Inps MO 40%; Comune Parma 60%, Enia-Iren Parma 65%, Comune Collecchio 55%, Comune Fidenza 50%, Asl Parma 50%, Comune Riccione 80%, Comune Sant’Arcangelo 80%, Asl Rimini 35%, Comune Reggio E. 90%, Ospedale Santa Maria Reggio E. 85%; Asp Andreoli Piacenza 40%, Comune Pc 45%.
Settore comunicazione: Telecom tecnici media regionale 95%, Telecom media regionale 80%, Telecom Rimini 67%, Panini MO 84%, Tetrapak Carta RE 90%, Cartiera Ferrara 90%, Zanichelli Bologna 85%.
Settore scuola-conoscenza: molte scuole chiuse, adesione media del 40%, superiore a quella dei precedenti scioperi unitari; Circolo settimo PC 74%, Circolo primo RE 58% docenti e 54% asa.
Bancari-Assicurazioni: Gruppo Unipol Bologna 60%, Carim Rimini 45%, Montepaschi MO 40%, Assicoop MO 80%.
Settore trasporti: a Ravenna area portuale bloccata, Ogr Bologna 55%, Ogr Rimini 44%, Coop Cfp MO 70%, Ageste Fe 70%.

UFFICIO STAMPA CGIL EMILIA ROMAGNA
Mayda Guerzoni
Bologna, 6 maggio ’11