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Centinaia di lavoratori e pensionati in piazza a Piacenza per dire "NO" alla manovra Monti: "Manovra insostenibile socialmente"
Lo sciopero del 12 dicembre conto la manovra monti
lo sciopero del 12 dicembre conto la manovra monti
lo sciopero del 12 dicembre conto la manovra monti
lo sciopero del 12 dicembre conto la manovra monti
lo sciopero del 12 dicembre conto la manovra monti
lo sciopero del 12 dicembre conto la manovra monti
Il segretario Lanna intervistato durante lo sciopero del 12 dicembre 2011 contro la manovra Monti




“Una manifestazione molto partecipata che dimostra come i lavoratori piacentini non trovino giusto che a sostenere il peso maggiore della manovra siano loro”. Circa 400 persone hanno partecipato allo sciopero di 4 ore indetto da Cgil, Cisl e Uil con un presidio in largo Battisti, nel cuore della città di Piacenza. Il segretario generale della Camera del Lavoro, Paolo Lanna, oltre a ritenersi molto soddisfatto della partecipazione sottolinea: “Il peso di questa manovra verte in un modo
inaccettabile sulle spalle dei soliti, pensionati e lavoratori dipendenti. La tanto sbandierata equità non si è vista. Il Governo Monti dimostra di avere le mani legati ed è sotto schiaffo di veti incrociati. Per questo le risposte non sono state all’altezza di una equità necessaria per far ripartire lo sviluppo. Con una manovra del genere si deprimono i consumi ed il potere d’acquisto di salari e pensioni”.

 

DICHIARAZIONE VINCENZO COLLA, SEGRETARIO GENERALE CGIL ER

 

In merito alle differenti modalità con le quali si svolgerà in Emilia Romagna la giornata di lotta di lunedì 12 dicembre contro la manovra del governo, il segretario generale della Cgil regionale Vincenzo Colla ha rilasciato la seguente dichiarazione.

 

Tutte le azioni di sciopero e di protesta promosse dai sindacati per lunedì 12 dicembre sono finalizzate a modificare la manovra del governo, che giudichiamo socialmente insostenibile e che si conferma tale man mano che tecnicamente entriamo nel merito dei provvedimenti.

Non basta alzare leggermente il tetto delle pensioni che verranno escluse dal taglio della rivalutazione per cambiare il segno dell’iniquità alle misure adottate. Si può salvare l’Italia in modo diverso e Cgil, Cisl, Uil unitariamente presenteranno le proprie richieste di modifica, un fatto nuovo e importante.

Il percorso di mobilitazione delle tre confederazioni, iniziato separatamente e con tempi strettissimi, è confluito a livello nazionale nello sciopero unitario. Non tutte le strutture Cgil dell’Emilia Romagna – dove la macchina organizzativa si è mossa con efficacia straordinaria – hanno adottato le stesse modalità: in alcuni territori il rapporto con Cisl e Uil era già avviato anche prima della dichiarazione unitaria nazionale; in altre camere del lavoro si era deciso di mettere in rilievo fatti politici molto significativi, per oggi e anche in prospettiva, nel rapporto con le categorie, in particolare con la Fiom rispetto al caso Fiat, che hanno spinto a mantenere percorsi diversi. Il 12 dicembre a Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara le Camere del lavoro mantengono lo sciopero di otto ore già proclamato prima delle novità nazionali. Tutte le strutture hanno comunque proposto a Cisl e Uil provinciali un confronto utile a proseguire insieme la mobilitazione.

Intanto si prepara un altro appuntamento unitario molto importante con lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego proclamato da Cgil Cisl Uil per il 19 dicembre. ”

 



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Lunedì 12 dicembre, SCIOPERO di 4 ore (fine turno) con presidio in LARGO BATTISTI a Piacenza
promosso da Cgil, Cisl e Uil


LA MANOVRA DEL GOVERNO MONTI È INIQUA
,

 

PERCHÉ COLPISCE SOPRATTUTTO I PIÙ DEBOLI, COL RISULTATO DI RIDURRE ANCORA I CONSUMI E CREARE NUOVA DISOCCUPAZIONE


CGIL CISL UIL chiedono al Governo maggiore coraggio: chi ha di più deve dare di più cominciando dagli evasori fiscali, ma anche da un taglio dei troppi privilegi esistenti nel Paese.

 

E’ indispensabile che il Governo apra una trattativa immediata con le confederazioni sindacali, al fine di concertare misure per la crescita economica e per introdurre gli indispensabili correttivi alla manovra, per renderla più equa.

 

Il Parlamento deve farsi carico di introdurre i necessari correttivi che rendano più giusta la manovra economica.

 

In particolare CGIL CISL UIL chiedono:

 

In materia previdenziale

  • il mantenimento della rivalutazione delle pensioni medio basse;

  • nessuna penalizzazione per chi va in pensione con 40 anni di contributi e maggiore gradualità dell’innalzamento dell’età pensionabile, con particolare riguardo per le donne

  • l’esenzione dall’innalzamento dell’età per andare in pensione dei lavoratori soggetti alle crisi aziendali ed espulsi in anticipo dal posto di lavoro;

  • l’armonizzazione delle aliquote contributive tra lavoratori dipendenti e autonomi.

 

In materia fiscale

  • che l’imposta sulla prima casa sia progressiva (altrimenti ricade, soprattutto, sui redditi medio bassi);

  • un’imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze mobiliari ed immobiliari;

  • una reale tassazione aggiuntiva sui capitali scudati;

  • un vero contrasto all’evasione fiscale;

  • avvio della Riforma fiscale a favore dei lavoratori dipendenti e pensionati, compensativa dei previsti aumenti dell’IVA e delle accise sui carburanti;

  • recupero di maggiori risorse da vendita e canone sulle frequenze televisive e la riduzione delle spese per l’acquisto dei bombardieri F35.




La manovra proposta dal Governo contiene poche novità positive (sulla crescita e sulle infrastrutture) e molte parti gravi che non la configurano come una manovra equa, ma che grava su lavoratori e pensionati, già colpiti dalle precedenti manovre.

La non indicizzazione per le pensioni basse è una tassa sulla povertà, l’anzianità a 40 anni diventa impraticabile e provoca gli effetti di sottrazione di un diritto e di destabilizzazione del mercato del lavoro e per restare ai temi centrali la somma di IMU, IVA e addizionali IRPEF Regioni e Comuni più accise spostano sui soliti noti gran parte delle entrate per tassazione.

Il Governo non ha voluto un confronto con le parti sociali, in particolare sulla previdenza, chiediamo quindi al Parlamento, al quale presenteremo precise proposte di correggere la manovra sui temi indicati, proponendo anche come reperire le risorse.