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Se non ora, quando? - La Cgil di Piacenza in piazza insieme al movimento in difesa della dignità delle donne - LE FOTO


SE NON ORA, QUANDO?



in concomitanza con la



MOBILITAZIONE NAZIONALE DELLE DONNE

in 100 città d’Italia – portando qualcosa di bianco in segno di lutto

 

Piacenza, 12 febbraio 2011 - ore 16.00 - Piazzetta San Francesco

 

Il corpo delle donne è usato in televisione e in pubblicità in modi che ci offendono.

Uomini vecchi, ricchissimi e di grande potere,

detentori di cariche pubbliche, pagano donne giovani e belle per fare sesso.

 

FORSE NON È REATO, MA FA SCHIFO!

 

È così che vogliamo essere rappresentate?

È questo l’esempio di vita che vogliamo sia offerto alle più giovani?

È questo il modello di donna che vogliamo proporre?

È questo che abbiamo voluto costruire con le lotte di tante generazioni di donne?

E voi, uomini: non è ora di dire che non siete così?

 

DIFENDERE LA NOSTRA DIGNITÀ DI DONNE

È POSSIBILE: SE NON ORA, QUANDO?

 

Comitato “Se non ora, quando?” di Piacenza

 

 

 




«La dignità delle donne offesa dal premier»
Sabato alle 16 in piazzetta San Francesco la manifestazione sugli scandali sessuali

Indignate e offese dalla continua mercificazione del corpo femminile messa in mostra dai media negli ultimi tempi. È così che si sentono le donne piacentine che si sono iscritte al comitato "Se non ora quando" e che sabato prossimo, in piazzetta San Francesco alle 16, organizzeranno una singolare manifestazione contro il capo del governo Silvio Berlusconi, reo di aver ormai esagerato nel distorcere l’immagine della donna a causa degli scandali sessuali in cui è stato coinvolto di recente.
Un’immagine femminile che sta purtroppo morendo, secondo le referenti del comitato che proprio per questo si presenteranno all’evento di sabato con un capo di vestiario bianco, segno di lutto nel mondo orientale, come protesta nei confronti del premier. Sarà la prima uscita ufficiale del neonato comitato, presente anche domenica a Milano alla grande manifestazione nazionale a favore delle donne, la cui costituzione è stata resa possibile dall’impegno trasversale di quasi mille donne di Piacenza e provincia, unite nel voler rivendicare a gran voce il proprio diritto di essere riconosciute al pari degli uomini e non solamente come oggetto di scandali sessuali.
Significativo anche il nome scelto per questo organismo di comunicazione nato grazie a contatti di amicizia tra varie esponenti del gentil sesso locale: "Se non ora quando" intende ribadire che è arrivato il momento di dire basta a quest’immagine svilente delle donne che ogni giorno viene offerta da giornali e televisioni, e in un’ottica più generale, del denaro come potere assoluto in grado di comprare qualsiasi cosa, dalle persone ai valori morali.
Lo hanno spiegato ieri, presentando la manifestazione di sabato, tre delle 15 piacentine iscritte finora al comitato, Mattea Cambria, Antonella Liotti e Rossella Novello. «Il nostro intento è chiaro - il commento della Cambria - siamo tutti stanchi di come il premier tratta le donne e fa automaticamente passare attraverso i media il messaggio che il corpo femminile può essere comprato a qualsiasi prezzo e poi gettato come un oggetto. Siamo offese perché tutte noi abbiamo una famiglia, un lavoro onesto e sani valori sui quali basiamo le nostre scelte di vita e non ne possiamo più di essere dipinte così. Ecco perché sabato sfileremo in centro con qualcosa di bianco addosso, per testimoniare il nostro lutto nei confronti dell’immagine femminile che di questi tempi si può considerare morta. Ma non ci stiamo, lanciamo un appello non solo alle donne ma anche agli uomini per un atto di protesta contro questi atteggiamenti che vedono Silvio Berlusconi come primo responsabile».
Una presa di posizione che è già stata condivisa da e sottoscritta da tante donne afferenti a movimenti politici o associazioni locali, tra cui Cgil, Libera, Pd, Sel, Federazione delle Sinistre, Auser, Spi Cgil e Il Pane delle Rose, ma che in realtà cerca di unire in maniera compatta un movimento femminile senza sigle e contro ogni tipo di discriminazione. Lo ha spiegato chiaramente la Liotti: «Sono tantissime le persone che ci chiedono chiarimenti sulle nostre iniziative future, segno che ormai c’è molta insofferenza verso questi comportamenti. Ho sentito tante ragazze e tanti ragazzi, si sentono veramente offesi da come i politici portano avanti la cultura del denaro che può tutto, anche loro sono stati cresciuti con valori puri e chiedono a noi adulti di fare qualcosa per cambiare il panorama».
Gabriele Faravelli


da LIBERTA’ del 09/02/2011


ADESIONE DELLA CGIL DI PIACENZA ALL’APPELLO

“SE NON ORA QUANDO”



La CGIL di Piacenza aderisce all’appello “ Se non ora quando” ritenendo che vadano sostenute tutte le iniziative di mobilitazione che rivendicano una politica diversa, in cui la dignità delle donne e degli uomini di ogni razza e religione sia il presupposto da salvaguardare come fondamento del vivere democratico.
Dopo i recenti fatti di cronaca è ripreso nel nostro Paese un movimento in difesa della libertà e per l’affermazione della dignità delle donne.
Da anni, la vita privata ma ancor peggio i comportamenti pubblici di esponenti del Governo, e del Presidente del Consiglio, ledono, offendono, vilipendiano le donne nell’uso che si fa della loro immagine, del loro corpo, per il ruolo e la funzione sociale che ad essa si assegna.
A questi comportamenti sottende una cultura, purtroppo ormai largamente diffusa nella società grazie all’immagine femminile promossa e divulgata in questi anni da giornali, televisioni, pubblicità, che ha permesso di arrivare al limite di questi ultimi mesi nella quasi totale indifferenza.
Questi ultimi anni sono stati caratterizzati da politiche fortemente reazionarie e limitative della libera espressione, dell’autodeterminazione e della crescita del ruolo delle donne nella società e nella famiglia. La CGIL di Piacenza unitamente alla Segreteria della Camera del Lavoro rileva come il piano 2020 sull’occupazione femminile si sia dimostrato, come abbiamo sempre sostenuto, inconsistente ed inefficace nell’elevare il tasso di occupazione femminile, tema dirimente per politiche economiche e sociali che segnino percorsi di crescita e sviluppo.

Il mancato finanziamento delle politiche sociali e per l’infanzia ha destrutturato in modo deciso il welfare del nostro paese con pesanti ricadute sulla vita lavorativa e familiare delle donne rendendo difficilmente conciliabili i tempi di vita e di lavoro. Gli attacchi alla legge 194 e alla maternità consapevole e, in maniera generalizzata alla rete dei consultori e dei servizi territoriali sono, di fatto, attacchi alla salute della donna.
Un’idea di società in cui le donne si fanno carico di un pezzo consistente di welfare, in cui il peso della conciliazione diventa una responsabilità individuale, in cui il lavoro delle donne è accessorio, in cui esse diventano visibili solo quando possono essere utilizzate come merce di scambio e oggetti di piacere non è l’idea di società che la CGIL vuole promuovere e realizzare.
Una società in cui le donne che ogni giorno hanno una vita intensa di lavoro ed abnegazione nella vita pubblica, nella società, nella vita familiare, in cui subiscono la restrizione dei diritti e degli spazi democratici, in cui persistono dei differenziali di genere, è quel tipo di società contro cui la CGIL da sempre lotta e continuerà a lottare.