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Trasporto pubblico: "Aumenti indiscriminati e non concertati, i sindacati si tengono le mani libere". E arriva l’apertura di Comune e Provincia
Massimiliano Borotti, Paolo Lanna e Marina Molinari
AGGIORNAMENTO 4 MARZO

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE, PROVINCIA E COMUNE: “PRONTI A PROMUOVERE IL CONFRONTO CON I SINDACATI”
“Comune e Provincia di Piacenza – come soci pubblici di Tempi Spa – sono pronti a promuovere un confronto con le parti sociali e i sindacati confederali. Dopo l’approvazione delle delibere, con cui si sono introdotti adeguamenti tariffari, vogliamo individuare un percorso condiviso e promuovere iniziative comuni affinché il riassetto del tpl in corso garantisca l’efficienza ed l’efficacia del servizio e tuteli le fasce più deboli”.

Dopo le scintille della settimana scorsa, con la protesta dei sindacati piacentini di fronte ai rincari non precedentemente concertati e la replica del sindaco Reggi, che ha ascritto ai tagli del governo la responsabilità dell’intervento sui prezzi dei biglietti ("ogni giorno perdiamo 5mila euro"), ora pare riannodarsi il dialogo fra enti proprietari di Tempi e parti sociali.

“Il senso di responsabilità istituzionale ci impone un necessario e doveroso riassetto dell’intero sistema del tpl piacentino – sottolineano Massimo Trespidi e il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, all’indomani dell’approvazione delle rispettive delibere di giunta sul trasporto pubblico –. E’ necessario lo sforzo congiunto di tutti affinché il provvedimento diventi una nuova occasione per ripensare in meglio la gestione della rete e le politiche di settore. Come soci dell’azienda abbiamo a cuore la tutela dei lavoratori, del servizio e dei cittadini utenti. Obiettivi che, evidentemente, coincidono con quelli dei sindacati, a cui ci rivolgiamo per concertare percorsi e condividere strategie”.

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Aumenti degli abbonamenti per studenti fino al 30% a fronte di un accordo che prevedeva un innalzamento massimo del 3%, meno corse per le linee mercatali e nei giorni festivi e nessun confronto con le parti sociali.
E’ spaccatura tra Cgil, Cisl, Uil da una parte e gli enti proprietari di Tempi (Comune e Provincia di Piacenza), la società che gestisce il trasporto pubblico locale. Lo scontro è deflagrato questa mattina e verte sull’applicazione, a Piacenza, del Patto per la mobilità Regionale che punta a contenere i pesanti tagli (in tutto, circa 90 milioni di euro) sul sistema dei trasporti pubblici dell’Emilia Romagna effettuati dal Governo.
“Andremo a parlare con studenti, pensionati e lavoratori che utilizzano il pullman e andremo a spiegare loro che scherzetto gli stanno facendo. Se gli enti proprietari, Comune e Provincia di Piacenza, faranno come oggi sbattendo i pugni sul tavolo e chiudendo ogni tipo di confronto Cgil, Cisl e Uil si tengono le mani libere e tengono aperte tutte le possibilità”.
Paolo Lanna, segretario generale della Camera del Lavoro di Piacenza, ha parlato così nel corso di una conferenza stampa unitaria indetta oggi, venerdì 25 febbraio, insieme a Marina Molinari, segretaria generale Cisl di Piacenza e Massimiliano Borotti, segretario generale Uil, convocata d’urgenza dopo che in mattinata le trattative per l’applicazione territoriale del Patto per la mobilità Regionale si erano arenate di fronte ad una chiusura totale da parte di Comune e Provincia di Piacenza le cui giunte sono chiamate a ratificare il Patto Regionale proprio oggi.
In sostanza, a fronte dei tagli totali di 90 milioni di euro, a dicembre le Organizzazioni sindacali e la Regione hanno firmato un accordo che permette alla Giunta guidata da Vasco Errani di coprire circa l’80 per cento degli ammanchi, in modo da non dover ridimensionare in modo significativo i servizi a fronte di un aumento dei biglietti. Il Patto, tra le altre cose, prevede l’aumento da 1 a 1,2 euro del biglietto di corsa ordinaria, una razionalizzaizone dei percorsi e dei chilometri, un aumento “nell’ordine del 3 per cento”, ha sottolienato Molinari, degli abbonamento e sopratutto un “percorso di concertazione a livello locale” che tenga conto delle specificità dei territori.
“Abbiamo spedito tre lettere con richieste di incotnro agli enti proprietari e a ieri l’altro non avevamo avuto il minimo riscontro – hanno spiegato i segretari – poi abbiamo scoperto dai giornali che oggi le giunte di Comune e Provincia avevano intenzione di ratificare il Patto esaurendo in 30 minuti il percorso partecipativo che era richiesto nel Patto stesso”.
“Ci hanno messo di fronte al fatto compiuto – ha detto Lanna – e questo rappresenta una ferita profonda nei rapporti industriali a Piacenza, una cosa mai successa. Abbiamo cercato di fermare l’orologio, almeno per quanto riguarda gli aumenti degli abbonamento per gli studenti e per capire l’effetto sugli utenti dei tagli delle linee. Invece c’è stato un irrigidimento e a quel punto ce ne siamo andati e da ora riteniamo di avere le mani libere”. Da una prima stima, a Piacenza gli abbonamento per studenti della fascia extraurbana più lontana potrebbero salire da 441 a 598 euro (10 mesi contro 12), mentre a Reggio Emilia lo stesso abbonamento costa 451 e a Parma 375 euro all’anno, tenendo conto che in questi territori l’aumento è stato già oggetto di confronto con le parti sociali. “Ci sono già tante difficoltà per l’applicazione del diritto allo studio – ha chiosato Lanna – e questi aumenti indiscriminati ne aggiungono altre. In Romagna si è arrivati ad inserire il modello Isee (indicazione della situazione economica equivalente) per decidere l’ammontare degli abbonamenti in base alla situazione economica delle famiglie, qui a Piacenza non si è tenuto conto minimamente delle condizioni sociali”.