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RAPPORTO IRES Fuga da Piacenza dei 35-40enni (-4% in un anno) boom di occupati nei servizi (+9%) e crollo di chi lavora nell'industria (-6%)
la presentazione del rapporto alla stampa IRES Cgil Piacenza Marco Morrone Guietti
marco morrone ires cgil


Zilocchi (Cgil): “Il rilancio passa 
dall'industria manifatturiera, non dal lavoro precario della 'gig economy' ”


 
3 maggio 2018 – Ufficio Stampa Cgil Piacenza
 
 
“Il nostro territorio non può prescindere dall'insediamento e lo sviluppo di una nuova industria manifatturiera. La diminuzione del 6% degli addetti dell'industria è un dato allarmante per il futuro del Piacentino”.
Gianluca Zilocchi, segretario generale Cgil Piacenza, nel commentare i dati dell'’Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Piacenza – curato da Ires Emilia-Romagna per conto della Camera del Lavoro e giunto quest’anno alla nona edizione – ha sottolineato come l'impoverimento occupazionale nell'industria e l'aumento dell'occupazione nei più generici “servizi” sia uno degli aspetti più controversi del report presentato oggi, 3 maggio, in sala Guido Rossa a Piacenza.
Il report della Cgil fornisce annualmente un quadro aggiornato sull’andamento dei principali indicatori economici e delle dinamiche occupazionali e demografiche a livello provinciale, con confronti in serie storica e con i livelli regionali e nazionali.
“La Crescita percentuale degli occupati è concentrata nei servizi, +9%, come hanno spiegato Marco Marrone, ricercatore e autore del lavoro, e il presidente Ires Giuliano Guietti. “In particolare nella categoria del commercio, che include anche la logistica. Decresce invece l’occupazione in tutti gli altri settori”. I ricercatori hanno sottolineato il fatto che oggi ci troviamo di fronte a “indicatori che bastavano fino a qualche anno fa, ma che oggi ci danno una fotografia sfuocata in un'economia in cui si diffondono i “lavoretti” con zone grigie di occupazione, in particolare nei servizi”.
 
Diminuiscono nel 2017 i residenti stranieri a Piacenza (-1,5%) continua lo spopolamento montagna (-0,9) mentre regge la pianura.  E cala drammaticamente la popolazione residente tra i 30-40, con punte di meno 4,2 sulla fascia 35-40.
Il “tasto più dolente del rapporto” ha spiegato Morrone, “è la 'non-nuova occupazione'. Siamo di fronte ad un travaso da contratti a tempo determinato, tecnicamente delle “trasformazioni” di contratto, e a un nuovo boom di lavoro autonomo che se all' inizio della crisi nel 2008 poteva essere una via di fuga da un mercato del lavoro impermeabile, oggi registriamo dati di forte crescita che nasconde verosimilmente una quota di 'false' partite IVA monocommittenti. E' ripresa una tendenza da parte datori lavoro a non prendersi la responsabilità salariale”.
 
“Grazie a Ires per un osservatorio che porta dati di “qualità” - ha commentato Zilocchi – e che dimostra una certa coerenza rispetto alle cose che sta dicendo la Cgil in questi anni, rispetto agli effetti che certe politiche hanno prodotto: il “jobs act” non ha rafforzato il lavoro di qualità ne diminuito la precarietà. Questi dati ci confermano che il territorio e il Paese hanno bisogno di una politica industriale, di sviluppo di lungo respiro. Non possiamo permetterci di vivere con una politica che progetta per il giorno dopo, la politica deve progettare i prossimi 20 anni”.
Zilocchi ha parlato di “incentivi a pioggia dati a tutti, con una decontribuzione di cui hanno goduto anche i banditi”. E sia i ricercatori, sia il segretario della Camera del lavoro hanno sottolineato come “gli indicatori statistici non forniscano una fotografia a fuoco del lavoro, basti pensare che se uno lavora un'ora a settimana è “occupato”. Ma andiamo a chiedergli se si sente un lavoratore occupato o se sta lottando per dare da mangiare a sé e alla sua famiglia”.
Tuttavia, “in Emilia-Romagna ci sono dati confortanti anche per delle politiche regionali differenti, per esempio con un Patto per il Lavoro che mette in campo investimenti per 15 miliardi, grazie anche alla condivisione con il sindacato. Il sindaco Patrizia Barbieri ha lanciato tempo fa l'ipotesi di un tavolo per lo sviluppo economico: auspichiamo fortemente che parta davvero. Ce n'è bisogno più che mai”