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Giornata internazionale diritti migranti: Cgil, sia monito per assunzione responsabilità. La RELAZIONE della delegazione piacentina
DelegazioneCgil Piacenza Calza Mehdi Carrà stranieri
Stranieri cgil piacenza

CONFERENZA NAZIONALE CGIL SULL’IMMIGRAZIONE

ROMA 12-13 NOVEMBRE 2017

 

Partecipanti delegazione Piacenza:

MANUELA CALZA Segreteria Provinciale Camera del Lavoro con delega all’immigrazione
EL MEHDI SOUHAMI Coordinatore Dipartimento Internazionale ufficio INCA di Casablanca
BRUNO CARRA’ Responsabile Centro Lavoratori Stranieri CGIL

 

 

 

La conferenza Nazionale sull’immigrazione che la CGIL ha tenuto Martedì 12 e Mercoledì 13 u.s. ha affrontato il fenomeno delle migrazioni in un quadro largo di conoscenze e sensibilità per cogliere le profonde implicazioni sociali, storiche e culturali e per chiarirne la natura dei processi.

Per questo lo spettro degli ospiti e invitati era vasto e di così forte spessore.

Gli immigrati regolari, è bene ricordarlo, versano ogni anno alle casse previdenziali nazionali 8 miliardi di euro, e ne ricevono quasi 3 in previdenze, con un saldo netto di circa 5 miliardi di euro per le casse dell’INPS.

 

Il momento storico che stiamo vivendo è segnato da grandi sfide accompagnate da grandi cambiamenti geopolitici, sociali e ambientali.

Stiamo vivendo gli effetti di una globalizzazione che in tanti Paesi del mondo, a cominciare da quelli del bacino del Mediterraneo, ha prodotto marginalizzazione economica, destabilizzazione politica e guerre.

Noi pensiamo, anche davanti ad una frammentazione del mondo in identità che fanno scomparire le culture e favoriscono i mercati e la finanza, che nei processi di globalizzazione ciò che unifica debbano essere i diritti che uscendo dai confini territoriali devono estendersi, e farsi per così dire nuovi e più ampi per abbracciare il mondo.

Come organizzazione sindacale rimaniamo convinti che non è dentro il Mercato economico che si esaurisce tutta la praxis sociale.

Alla Camera del Lavoro di Piacenza viene altresì consegnata una forte responsabilità sul tema dell’immigrazione, proprio perché i lavoratori di origine straniera dentro la nostra Organizzazione superano il 30% degli iscritti tra i lavoratori attivi nel nostro tesseramento.

La nostra conferenza sull’immigrazione di Roma, poi, ha parlato dell’universalità dei diritti e della libera circolazione sino ad affrontare i fondamentali temi dell’accoglienza e dell’inclusione.

In questo contesto la lotta contro il terrorismo e le ragioni di sicurezza non devono essere invocate come motivi per sospendere le tutele e i diritti umani che sono i tratti più caratteristici dell’identità europea.

La sicurezza va garantita nel pieno rispetto dei diritti e delle libertà, ed è per questo che vanno assicurati i livelli di protezione sempre più elevati ed adeguati per un’accoglienza seria e dignitosa nei confronti delle vittime soprattutto dei gruppi più vulnerabili.

Lavoro dignitoso ed inclusione è un binomio inscindibile che richiama l’attenzione sulla condizione di lavoro e di vita dei migranti: la cittadinanza sociale attraverso il lavoro (e la scuola) è la premessa per la piena integrazione nel tessuto democratico.

Lavoro che oggi è ancora deturpato da caporalato, abusi, sfruttamento e sotto-salario, anche se il contributo da essi forniti è sempre più indispensabile per la tenuta macro-economica del nostro Paese.

Tutto questo necessariamente si intreccia con i diritti sia collettivi che individuali dove il rispetto per la dignità umana e la promozione dei principi di uguaglianza e giustizia costituiscono i pilastri di una società giusta capace di rispettare le differenze che sono ricchezze, promuovere la giustizia sociale e valorizzare il contributo che ciascuno offre al benessere generale.

Ovviamente si è parlato anche del tema dello ius soli.

Qui c’è purtroppo da ribadire l’insufficienza della politica nonostante la legge sulla cittadinanza sia stata calendarizzata in Senato.

Infatti il provvedimento dello ius soli è slittato in fondo rispetto ai temi da discutere e da votare, e non si profila ancora e nemmeno una solida maggioranza che possa sostenere in aula il testo di legge. Pare proprio che la legge si sia arenata su un binario morto.

L’impressione purtroppo che si respira è che un disegno di legge come questo che misura il livello di civiltà nel nostro paese resti un argomento da campagna elettorale sino all’ultimo minuto. Votare il testo per la riforma sulla cittadinanza vorrebbe dire comunque introdurre significativi miglioramenti per l’accesso alla cittadinanza dei minori di origine straniera (quasi un milione sarebbero le persone coinvolte), attualmente italiani di fatto ma non di diritto, introducendo lo ius soli temperato o ius culturae.

La mancata approvazione invece di questa riforma che introduce finalmente nuovi diritti anziché cancellarli risulterebbe una sconfitta per tutto iol movimento antirazzista oltre cgìhe per i migranti e i loro figli.

E’ una legge contro i fascismi: questa è la posta in gioco e non bisogna cedere sul terreno dei diritti per paura di perdere consensi, perché questo spiana inevitabilmente consensi alla destra xenofoba e razzista e a quella populista.

La destra specula sui profondi sentimenti di delusione nei confronti della partecipazione democratica; una destra che vuole essere una risposta nefasta e negativa rispetto all’impoverimento e alle improvvide scelte neo liberiste.

Le manifestazioni squadriste di stampo neo fascista di Como come quelle avvenute davanti al quotidiano Repubblica o a Forlì cavalcano un sentimento di insofferenza e di rancore verso i migranti e verso chi si schiera a sostegno dei ,loro diritti, sentimenti che si sono palesati dopo anni di politiche e leggi discriminatorie, di retoriche pubbliche esplicitamente razziste ma tollerate e di campagne di odio che hanno preso spazio.

Il sindacato italiano ed europeo deve fare i conti con la nuova società moderna ed odierna, all’interno della quale l’immigrazione rappresenta una parte importante delle comunità che vivono la società stessa.

Non si deve perdere la capacità di metterci in discussione, nonostante le difficoltà che le trasformazioni socio-economiche ci presentano, ma anzi ed infatti abbiamo saputo, anche attraverso queste due giornate, aggiornare gli strumenti dell’analisi per rimanere fedeli al mandato originario di rappresentanza solidale del lavoro.

In un mondo di acuta crisi sociale e politica, come è successo altre volte, purtroppo la classe dirigente di questo Paese mostra di essere incapace di dare risposte adeguate alla situazione.

La capacità della CGIL di affermare la propria visione del mondo, al contrario, sta anche nel rinnovare e rimarcare la propria azione ed idee facendole vivere attraverso il dialogo, lo scambio e l’apertura.

 

 



Giornata internazionale diritti migranti: Cgil, sia monito per assunzione responsabilità

Roma, 18 dicembre - “La ricorrenza di oggi deve essere un monito per richiamare i governi, le singole amministrazioni a livello nazionale, europeo e internazionale, ad un’assunzione di responsabilità nei confronti di persone che fuggono dalla guerra, dalla miseria e dalle persecuzioni. Donne e uomini troppo spesso condannati all’invisibilità e al razzismo, utilizzati come manodopera a basso costo. Il diritto a ricevere forme di accoglienza e di tutela riguarda tutti gli esseri umani, e oggi più che mai siamo qui per ricordarlo”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra in occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti.

“Il 18 dicembre 1990 - ricorda Massafra - l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. Dopo ventisette anni l’Italia e i paesi europei ancora non l’hanno ratificata e - sottolinea - il lavoro da compiere per il riconoscimento di questi diritti, per cui ci battiamo da tempo e per i quali nel 2005 abbiamo promosso la petizione popolare ‘Diritti senza confini’, è ancora lungo e faticoso”.

“Purtroppo lo dimostrano in modo lampante - prosegue Massafra - le condizioni di vita a cui sono sottoposti i migranti, il loro sfruttamento sul lavoro, il dramma umanitario e quotidiano dei morti. Lo dimostrano i numeri: milioni di uomini, donne e bambini tra sfollati, rifugiati e richiedenti asilo o protezione internazionale, a fronte dei quali - denuncia il segretario confederale - i governi europei non hanno attivato alcun corridoio umanitario”.

Per il dirigente sindacale “l'immigrazione, più di ogni altro fenomeno della moderna globalizzazione, mette alla prova le nostre democrazie, il nostro modello di società. Motivo per cui governi e istituzioni devono promuovere politiche inclusive, costruire insieme ai migranti un patto di cittadinanza basato su diritti e responsabilità”.

“La Cgil è in campo per affermare e rivendicare i diritti di cittadinanza universali e di libera circolazione, come ha ribadito con forza anche in occasione della sua Conferenza nazionale sull'immigrazione. Non ci sono scorciatoie, il tema va affrontato con senso di responsabilità e umanità. Per questo - conclude Massafra - riteniamo sia una sconfitta per la democrazia la mancata approvazione della legge sullo Ius soli, e per questo continueremo la nostra campagna e la nostra battaglia quotidiana per i diritti e per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici migranti”.