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Enti Locali, ecco il documento per i confronti sui Bilanci di previsione 2015 di Cgil, Cisl e Uil Piacenza. "I tagli della finanziaria si affrontano con forti relazioni con le parti sociali" 
LA copertina del documento di contrattazione territoriale Cgil Cisl Uil Piacenza





“DOCUMENTO per i CONFRONTI sui

BILANCI di PREVISIONE 2015

con gli ENTI LOCALI PIACENTINI”













Premessa




La manovra di finanza pubblica contenuta nella legge di Stabilità è sicuramente tra le più pesanti degli ultimi anni. Ai tagli molto consistenti che riguardano Regioni, Provincie e Città Metropolitane e Comuni, si aggiungono le conseguenze dei provvedimenti decisi negli anni precedenti, che hanno riflessi sul 2015. Anche tenuto conto di alcuni aspetti significativi contenuti nella manovra, come la riduzione del Patto di Stabilità, il saldo per il sistema delle Autonomie Locali è certamente pesante e negativo.

E’ però improprio fare un saldo tra i tagli di risorse e la riduzione del patto. Infatti i tagli sono risorse che non entrano, mentre per utilizzare nuovi spazi della riduzione del patto le risorse vanno trovate, o devono essere effettivamente già disponibili.

L’ onere della Legge di stabilità è finanziato con maggiori entrate (11,6 Mld), deficiti aggiuntivo ( 5,8 Mld ) e tagli di spesa ( 16,6 Mld ) ; di questi ultimi, ben 8,1 Mld ( il 49% del totale) sono a carico di Comuni, Provincie, Regioni. E’ una quota decisamente superiore al peso delle Amministrazioni Locali sul totale della spesa pubblica ( 29% ); un comparto, fra l’altro quello degli Enti Locali, in PAREGGIO DI BILANCIO dal 2012. Le riduzioni dei spesa caricate sulle Amministrazioni Locali , fra l’altro e tanto per fare un confronto, sono quatto volte il taglio a carico dei Ministeri ( 2 Mld ).

Il rischio, che si inneschi un meccanismo fatto di taglio dei servizi, cessioni di quote nelle multiutility, inasprimento della fiscalità locale, per compensare questo taglio c’e’ tutto

L'impianto e l'attuazione della riforma Delrio ha generato sul sistema delle Autonomie locali una sostanziale situazione di caos istituzionale. A partire dalle Province -ma l'effetto si è prodotto, a catena, su tutti gli altri livelli-, si è reciso e interrotto il circuito che fino a ieri ha garantito il governo delle competenze pubbliche: funzioni importanti per la cittadinanza, a cui si collegavano il personale che le deve svolgere, e le risorse necessarie per garantirne l'effettiva esigibilità, con il rischio di abbandonare al proprio destino il presidio di importanti funzioni di pubblica utilità.

Inoltre, il taglio di cui sopra deciso con la Legge di Stabilità ( che si aggiunge ai tagli del DL 66/2014 ) , rischia di far saltare per aria la stessa riforma.

Questo quadro di rilevanti difficoltà va affrontato intensificando e rafforzando le relazioni tra Istituzioni locali e Parti sociali, avendo a riferimento la salvaguardia dei servizi, le innovazioni necessarie nella pubblica amministrazione, i principi di equità fiscale, la tutela del lavoro, le misure per affrontare la condizione determinata dalla crisi da individuarsi senza inasprire la pressione della tassazione locale.

I confronti con gli ENTI della nostra Provincia dovranno partire esattamente da questo punto: dalla necessità di misurare una effettiva volontà politica di agire o meno nella direzione di un maggiore coinvolgimento delle Organizzazioni sociali sul piano delle relazioni e della volontà di confronto su un nuovo quadro di scelte strategiche per questi territori.




1 - Fiscalità locale




a) IMU – TASI

Per quanto riguarda l’assetto dei tributi comunali la Legge di Stabilità non ha introdotto la prevista “Local Tax” ed ha lasciato in vigore l’Imposta Unica Comunale nelle tre componenti IMU,Tasi e Tari, confermando per il 2015 il livello massimo di imposizione della Tasi, già previsto per l’anno 2014, nell’aliquota del 2,5 per mille.

E’ confermata la possibilità di utilizzare l’aliquota supplementare dello 0,8 per mille, finalizzandola a specifiche detrazioni.

Con riferimento specifico alla TASI il confronto negoziale coi singoli comuni dovrà rigorosamente verificare il carattere di equità delle applicazioni adottate nell’anno di prima applicazione (valore dell’abitazione, capacità reddituale della famiglia....) e l’efficacia delle detrazioni applicate ai fini di ridurre il carattere “regressivo” dell’imposta sulla abitazione principale.

Per la Tasi, ed anche per l’addizionale Irpef, vanno superate le disomogeneità regolamentari tuttora molto diffuse tra realtà territoriali contigue o nell’ambito anche delle stesse Unioni.

Nello specifico dell’applicazione dell’IMU vanno confermate, ed estese laddove ad oggi non applicate, aliquote ridotte per le abitazioni ad affitto concordato.

Sul tema delle LOCAZIONI i risultati della Tasi applicati agli inquilini piacentini nel 2014 non è stato positivo: occorre fare una seria riflessione, evitando situazioni di morosità incolpevole e difficoltà ai cittadini affittuari e, nel contempo, senza mettere in discussione le entrate sui servizi indivisibili per le Casse Comunali in questa situazione di estrema difficoltà.

Se non ci sono le condizioni per non applicare questa tassa, si propone di esentare dal pagamento della TASI gli affittuari che si trovano al di sotto di una certa soglia ISEE , calcolato anche in maniera attualizzata per tenere conto di coloro che si trovano in difficoltà per effetto della crisi ( perdita del lavoro, significativa riduzione del reddito familiare…..) . Vanno altresì previste, nell’applicazione della TASI altre differenziazioni riconducibili, ad esempio, al valore catastale degli Immobili, al nucleo familiare, oppure al reddito ISEE.

Sempre in tema di locazioni le OO.SS. chiedono che “ venga considerata prima abitazione quella posseduta da cittadini non residenti che hanno concesso detta unità immobiliare a parenti in linea retta di parentela entro il primo ( 1° ) grado ( da genitore a figlio/a o viceversa )in COMODATO D’USO GRATUITO che la utilizzano come residenza, o come abituale dimora, e se stipulato e registrato un regolare atto. Per tali abitazioni si applica, pertanto la TASI con le eventuali detrazioni e non l’ IMU , a fronte della presentazione di un regolare Contratto di Comodato d’ Uso Gratuito registrato presso l’Agenzia delle Entrate; sono escluse dalle agevolazioni le abitazioni di Categoria A/1, A/8, A/9 ( abitazioni di tipo signorile , ville e castelli ) “.

L' aliquota ridotta per l'abitazione principale si applica anche quando:

- l'unità immobiliare posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in isituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata;

- l'unità immobiliare posseduta, a titolo di proprietà o di usufrutto, dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a condizione che la stessa:

a) non risulti locata;

b) il soggetto non possieda altre abitazioni ed all'estero.




b) ADDIZIONALE IRPEF

Per quanto riguarda l’ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF non sono più accettabili incertezze e rinvii da parte degli Enti per una sua riarticolazione in senso PROGRESSIVO, così come previsto dall’ Art.33 della COSTITUZIONE ; occorre promuovere, IN TUTTI I COMUNI, interventi sulla fiscalità locale finalizzati a garantire equità attraverso la progressività , con maggiore incidenza del prelievo sulle fasce reddittuali più alte e con l’introduzione, o la conferma, di fasce di esenzione significative, così come previsto dalla normativa nazionale e da quella regionale secondo gli scaglioni di reddito indicati: fino a 15.000 euro; oltre 15.000 fino a 28.000 euro; oltre 28.000 fino a 55.000 euro; oltre 55.000 fino a 75.000 euro; oltre 75.000 euro al quale andrà applicata l'aliquota massima prevista per l' Addizionale IRPEF Comunale.

Ovviamente occorre individuare una fascia di esenzione significativa non inferiore a 11.000 euro .




c) ISEE

Il processo di unificazione delle forme di gestione e degli ambiti locali del governo del territorio, attraverso le Unioni, deve riguardare anche le politiche fiscali locali, superando immotivati difformità che determinano disuguaglianza di trattamento tra cittadini a parità di condizioni reddituale e patrimoniale.

Gli ipotizzati, da parte di diverse Amministrazioni, aumenti delle tariffe dei servizi locali, non possono essere una soluzione generalizzata ed automatica per coprire la riduzione delle risorse disponibili, ulteriormente ridotte con la legge di stabilità.

La determinazione delle rette delle tariffe va rapportata all’effettiva condizione reddituale dell’utenza, generalizzando l’applicazione dell’ISEE individualizzata, attraverso la rideterminazione negoziale dei regolamenti e delle soglie da applicare con l’adozione del nuovo ISEE, che non va utilizzato per restringere le maglie dell’intervento sociale, ma per valutare in modo più appropriato la condizione economica dei richiedenti prestazioni sociali agevolate.

Questa operazione deve essere occasione per estendere il processo di omogeneità dei servizi e delle relative rette e tariffe almeno in ambito distrettuale o, in prima fase, delle Unioni dei Comuni.

Si rivendica, pertanto, un articolato confronto , come richiesto dalle OO.SS il 21 / 1 c.a., con i tre ( 3 ) Distretti della nostra Provincia con l’obiettivo di perseguire una maggiore omogeneizzazione a livello Distrettuale delle norme Regolamentari ISEE, nonché delle soglie per l’accesso alle prestazioni agevolate.




d) LOTTA ALL'EVASIONE

Sta emergendo un quadro di crescente evasione dei tributi e delle tariffe locali, con dati anche clamorosi, per buona parte non riconducibile alle difficoltà di pagamento generate dalla crisi economica.

L’adesione dei Comuni ai PATTI ANTIEVASIONE con l’Agenzia delle Entrate va potenziata con piani operativi ed obiettivi specifici in ogni singolo Ente ed Unione ( tutti i Comuni devono stipulare e rendere operativa concretamente la Convenzione con l’Agenzia delle Entrate).

Va affermato come priorità l’impegno degli Enti Locali nella lotta all’evasione non solo come tratto distintivo di equità ma anche come fonte di entrate aggiuntive non irrilevanti; anche se la legge di stabilità ha ridotto per il 2015 la quota devoluta ai Comuni del maggior gettito riscosso dal 100% al 55%.




2- Confronto negoziale e relazioni

Per quanto possano essere “provvisori” i Bilanci Preventivi approvati in questa fase, le OO.SS chiedono di definire Protocolli d’ Intesa che prevedano come primo e qualificante punto le risorse per il MANTENIMENTO DELLA SPESA SOCIALE, come fondamento della qualità e della coesione del nostro sistema territoriale, condizione necessaria per l’equità sociale e per la ripresa economica, non riducendo le attuali risorse destinate a questi capitoli.

Il perdurare, anche nella nostra regione, della crisi economica ed occupazionale, con le pesanti ricadute sulle condizioni di lavoro e di vita delle persone, le ulteriori restrizioni degli spazi di intervento per le Autonomie Locali, richiedono un maggior coinvolgimento delle rappresentanze sociali, a partire dalle organizzazioni sindacali, nel processo di costruzione delle strategie che attengono al governo locale.

A tale riguardo le OO.SS riconfermano pertanto la piena validità degli accordi riguardanti i livelli e le tematiche di confronto sottoscritti con la Giunta regionale nel febbraio 2011 e gli accordi con l’Anci Emilia Romagna del 2012 e del 2014.




a) Le riforme istituzionali nella contrattazione sociale e territoriale

Riteniamo urgente chiedere la predisposizione della legge regionale applicativa della L.56 che, sulla base dei dati dell'Osservatorio, definisca le funzioni delegate e le conseguenti modalità di funzionamento delle Provincie, stabilisca le dotazioni organiche necessarie per il loro svolgimento e stanzi le relative risorse. Contestualmente va aperto un confronto sul tema del personale che preveda l'ancoraggio con le funzioni previste dalle deleghe, valorizzi le professionalità e preveda percorsi di formazione strutturati.

I contenuti devono essere il frutto del terreno di confronto già definito con gli accordi sottoscritti con la Regione che, in particolare, prevedono la garanzia del mantenimento del posto di lavoro per l'attuale personale dipendente delle Province, tenuto conto anche dei lavoratori precari che ricoprono funzioni e occupano posti vacanti. In questo senso il comunicato congiunto tra CGIL, CISL, UIL confederali e di categoria e il Presidente Bonaccini, firmato il 19 dicembre deve trovare conferma nella prosecuzione del percorso.




b) Contrattazione sociale e territoriale

Dopo l'approvazione delle leggi regionali n.21/2012 e n.12/2013, si è cominciato a delineare un assetto istituzionale più omogeneo che in passato, che ha riguardato tutto il territorio regionale. Sono stati accelerati i processi di costituzione delle Unioni, che nel territorio piacentino ha visto la costituzione di otto ( 8 ) Unioni dei Comuni, alcune con un livello operativo avanzato ed altre che invece sono ancora in fase di avvio. Nel confronto che chiediamo venga sviluppato con le Amministrazioni Locali rivendichiamo pertanto con forza:




un rafforzamento del ruolo delle Unioni sia in termini di soggetto istituzionale ( partecipazione attiva dei sindaci nel consiglio, maggiori responsabilità anche per il Presidente che deve avere un ruolo più strutturato, superando il sistema delle rotazioni semestrali o annuali), sia in termini di qualità e quantità delle funzioni conferite dai Comuni. In sostanza, le Unioni possono rappresentare una vera opportunità per migliorare e omogenizzare la gestione dei servizi e realizzare politiche locali innovative e importanti, ma se fossero vuote di competenze e di ruolo politico/ amministrativo rappresenterebbero solo una ulteriore sovrastruttura burocratica che drena risorse senza nessuna finalizzazione; occorre, inoltre, monitorare le situazione delle Fusioni. L'obiettivo resta quello di sostenere e favorire questi processi in particolare per i piccoli Comuni, attraverso un percorso di condivisione che determini garanzie per i lavoratori, riqualificazione ed estensione sul territorio dei servizi erogati ai cittadini.




sollecitare la realizzazione dell'unica forma pubblica di gestione in ambito distrettuale dei Servizi alla Persona ( ASP, ASC, Aziende, Unione dei Comini con gestione diretta). E' tra gli obiettivi da realizzare con maggiore tempestività per provare a dare più efficacia e omogeneità alla erogazione dei servizi, razionalizzando e finalizzando meglio risorse che, come sappiamo, sono sempre più in calo.




chiedere di ridurre le filiere per quanto riguarda le stazioni appaltanti (l' Unione dovrebbe diventare il primo punto di accentramento delle gare di appalto) ed anche per i centri di costo relativi alle spese correnti, compresi i servizi;




proporre la gestione di funzioni associate innovative come un Ufficio unico di Unione per: - il contrasto e il monitoraggio dell'evasione fiscale e tariffaria; - la costituzione di un fondo anticrisi formato da risorse che proporzionalmente ogni comune mette a disposizione per sostenere le famiglie colpite dalla crisi del territorio di riferimento; - la costituzione di un servizio per il contrasto alla violenza contro le donne e i minori;




Le OO.SS si propongono pertanto anche nel 2015 di continuare nell’impegno profuso in particolare in questi ultimi anni di ampliare, completare e riqualificare la Contrattazione Sociale Territoriale sviluppata con quasi tutti gli Enti Locali del nostro territorio e con i Distretti. La fase di confronto e di contrattazione sui Bilanci 2014 conclusa in questi giorno con gli Enti Locali della nostra provincia con la sottoscrizione tra Protocolli d’Intesa e Verbali di Incontro di 43 Documenti che rappresentano 47 Comuni su 48i, rappresenta sicuramente un bilancio positivo di metodo e di merito .




3 - Il lavoro è la prima emergenza

Tutti gli indicatori rendono evidente la centralità del tema della crescita e in particolare della creazione di nuovi posti di lavoro anche per la nostra realtà provinciale.

Le OO.SS chiedono di aprire un confronto sulla destinazione e l’utilizzo dei FONDI STRUTTURALI EUROPEI 2014-2020 e le politiche ad essi connesse.

Questi i principali punti rivendicativi :




a) METTERE IN SICUREZZA IL TERRITORIO

Restano insufficienti gli investimenti sulla manutenzione del territorio. I diversi investimenti riguardanti il sistema delle infrastrutture viarie sono “estensivi”, a forte consumo di suolo e a basso contenuto innovativo, pensati ed elaborati diversi anni fa, quando le prospettive economiche erano ben lontane da quelle attuali. Viceversa, i cambiamenti climatici e gli eventi catastrofici che sempre più di frequente colpiscono il territorio , richiederebbero un impegno molto superiore sulla manutenzione del territorio, con particolare riferimento al gravissimo problema del dissesto idrogeologico. Il risultato è che si ricorre ad investimenti di carattere straordinario i cui effetti occupazionali sono necessariamente temporanei, invece di puntare su attività ordinarie, i cui effetti occupazionali sarebbero invece più stabili nel tempo.




b) INVESTIRE DI PIU' SULLE RETI

E' necessario prestare maggiore attenzione al settore delle reti materiali e immateriali. Le infrastrutture dell’informazione, le reti della banda ultralarga, le infrastrutture di sostegno alla qualità della vita, le reti di approvvigionamento energetico e le reti per il risparmio energetico e per la riqualificazione ambientale costituiscono i temi chiave della competitività del sistema produttivo .




c) Multiutilities ( IREN, SETA… )

I Comuni dovrebbero esercitare un forte ruolo di pianificazione e controllo dei servizi pubblici locali in forma associata, per il tramite delle province riformate quali enti di area vasta , o quantomeno attraverso le unioni comunali di cui alla legge regionale n. 21/2012, in stretta interrelazione con Atersir.

Le OO.SS ritengono che è proprio a quel livello nel rapporto con i Sindaci e con i territori, come rivendicato nel Documento di CGIL, CISL, UIL regionali del 29 Gennaio 2015, che debbono essere concordati precisi impegni relativi:




agli standard prestazionali dei servizi ai modelli gestionali ed organizzativi;

alle clausole sociali e i modelli organizzativi che perseguono la qualità del servizio, limitino il ricorso all'appalto e al subappalto, promuovano lo sviluppo industriale dell'appaltatore, la sicurezza degli operatori e l'applicazione dei contratti nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;

all'adeguatezza dei bacini di affidamento dei servizi in funzione della sostenibilità economica della gestione ed al mantenimento di un appropriato livello di industrializzazione e di innovazione;

al mantenimento di adeguati presidi territoriali per migliorare i rapporti con il territorio e la qualità dei servizi all' utenza;

alla realizzazione di un sistema tariffario equo e sostenibile.

Con riferimento allo sviluppo del territorio piacentino un ruolo importante può essere svolto dalla stessa IREN, attraverso il mantenimento di almeno il 51% della proprietà pubblica per mantenere saldo in capo ai comuni il ruolo di garanzia per il territorio ed i cittadini, per garantire la realizzazione degli investimenti già definiti, per la realizzazione di un piano industriale finalizzato al miglioramento e al recupero ambientale del territorio.




Per quanto riguarda il Trasporto pubblico locale, gli impegni previsti dal patto sulla mobilità sostenibile sottoscritti con il la Regione Emilia R. il 24 luglio 2014 devono trovare concreta applicazione anche sul territorio piacentini:

salvaguardare il trasporto collettivo e le aziende del settore a fronte dei rilevanti tagli dei finanziamenti e dei trasferimenti nazionali ai governi regionali e locali, modernizzare il Trasporto Pubblico Locale, per qualificarne le infrastrutture e i mezzi, adeguandoli ai migliori standard europei in materia di comfort e di emissioni;

migliorare la competitività e l'efficienza delle aziende;

favorire l'innovazione, la qualità e la estensione dei servizi di trasporto;

far progredire le condizioni dei lavoratori.

Su detti impegni le OO.SS intendono aprire un Tavolo con Provincia, Comuni, Unioni, per :

- promuovere la costituzione del “ Forum sulla Mobilità sostenibile e sul Trasporto Pubblico Locale “ per individuare le criticità e favorire attraverso un reale miglioramento del servizio un maggior utilizzo del servizio pubblico;

- garantire il pieno diritto alla mobilità in tutte le aree del nostro territorio, a partire dal potenziamento delle linee in coincidenza con gli orari scolastici per risolvere incomprensibili disagi che si sono verificati in questi ultimi anni ;

- per rivedere l’attuale situazione tariffaria legata alla zonizzazione che in alcuni casi determina situazioni non eque ( Ved. Gossolengo ).




4 - Welfare/ Sistema dei servizi/ Sanità

Il sistema dei Servizi sociali ed assistenziali rappresenta uno degli aspetti centrali delle nostre rivendicazioni; in questo ambito la DOMICILIARITA’, in particolare per quanto riguarda gli ANZIANI, è un obiettivo strategico.

La strada che propongono le OO.SS è quella di una “ Domiciliarità aperta “ con un livello molto alto di integrazione del livello sociale con quello sanitario.

La Semiresidenzialità , con una rete qualificata di Centri Diurni , il cui accesso và facilitato attraverso il Trasporto Sociale , può svolgere una funzione importante di raccordo e sollievo a sostegno della Domiciliarità .

Le Strutture Residenziali restano, comunque, la soluzione eccezionale per rispondere ai casi non trattabili a domicilio; occorre prestare attenzione al loro funzionamento effettivo, alla qualità dei servizi erogati e alla salvaguardia dei diritti contrattuali dei lavoratori e delle lavoratrici.




a) Politiche sociali

Completamento del riordino e consolidamento del servizio Sociale Territoriale, con particolare attenzione ai tempi di risposta all'emergenza sociale attraverso la presa in carico rapida dei cittadini che esprimono il bisogno. in tale ambito si rivendica la predisposizione della cartella sociale; strumenti, questi, che aiutano a leggere le trasformazioni sociali, a monitorare i bisogni della popolazione, a monitorare la qualità dei servizi della rete.

Il tema del contrasto alla povertà e delle disuguaglianze và assunto dal sistema di protezione sociale territoriale come priorità, perché il fenomeno delle nuove povertà stà diventando sempre più evidente e preoccupante anche nel nostro territorio.

Il fenomeno migratorio, processo consolidato e destinato a potenziarsi con il passare degli anni; è senza dubbio un fenomeno strutturale , articolato ed in crescita che comprende anche persone in fuga da guerre e tirannie , o da selvagge ristrutturazioni economiche e socio politiche.

La percentuale di residenti stranieri nella nostra provincia è sicuramente rilevante e spalmata su quasi tutto il territorio, con punte elevante in alcuni comuni, come ad esempio Castelsangiovanni ( 21,2 % ) ; pertanto la questione IMMIGRAZIONE deve trovare un’attenzione ed uno spazio adeguato all’interno del confronto con le Amministrazioni locali , con l’obiettivo di rendere marginali i fenomeni di disagio sociale e di favorire virtuosi percorsi di inclusione.




b) Politiche socio-sanitarie

Una delle poche luci presenti nella Legge di Stabilità 2015, insieme alla riduzione degli obiettivi del patto interno di stabilità, consiste nel rifinanziamento e nella stabilizzazione dei fondi statali destinati ad interventi di carattere sociale. Particolarmente significative, per gli enti locali, sono le risorse aggiuntive stanziate per il Fondo Non Autosufficienti ( 400 Milioni nel 2015 e 250 Milioni nel 2016 ) e per il Fondo Politiche Sociali ( 300 Milioni nel 2015 ). Pertanto, almeno su questi capitoli, i Comuni non dovrebbero avere alibi per non predisporre dei progetti che affrontino il dramma della non autosufficienza e della crescente povertà, partendo dai seguenti obiettivi:

deve essere discussa l'applicazione del nuovo ISEE per la compartecipazione alla spesa, in ottica di maggiore progressività ed equità; per questo è necessario un periodo transitorio per superare tutte le difficoltà iniziali e consentire l'andata a regime del nuovo strumento nei prossimi mesi.

da gennaio è in vigore l'accreditamento definitivo; è necessario continuare il confronto per valutare gli interventi di miglioramento e per discutere il nuovo assetto tariffario.

valorizzare le ASP come soggetto pubblico produttore dei servizi del Distretto. Per le OO.SS le ASP, insieme alle ASC, rappresentano il modello verso cui tendere per rendere sostenibile e nello stesso tempo qualificato il sistema di welfare Locale.

nell'ambito del FRNA proseguire il lavoro di innovazione sulla domiciliarità: maggiore integrazione con le politiche abitative, assistenti famigliari in rete, supporto ai caregivers, abbattimento barriere architettoniche, ecc... .

verificare possibile uso dei Fondi Strutturali per l'aumento della rete dei servizi.




c ) Sanità

Deve essere completato il processo di innovazione e riorganizzazione del sistema sanitario regionale perché risponde in maniera più adeguata ai bisogni dei cittadini e mantiene il profilo di alta qualità dei nostri servizi sanitari.

Bisogna riorganizzare il sistema delle cure territoriali in tutti i distretti – case per la salute, ospedali di comunità, percorsi di accesso e continuità assistenziale - continuare i progetti di riorganizzazione degli ospedali per acuti in ospedali per intensità di cure e per reti di eccellenza; concentrare le infrastrutture logistico/tecnologico/amministrative e reinvestire i risparmi prodotti sull'attività di assistenza diretta.

Va completata celermente, non appena le indagini in corso saranno concluse, la ristrutturazione dell’ospedale di Fiorenzuola perché possa ritornare, alla piena efficienza senza alcun depauperamento, anzi con l’implementazione di tutti i servizi erogati.

Proseguire gli interventi già avviati dall’ Ausl di Piacenza per ridurre i tempi di attesa attraverso specifici progetti aziendali che intervengano sia sul maggior utilizzo delle attrezzature che sulla migliore appropriatezza delle prescrizioni.

Con l’Ausl di Piacenza si è sviluppato un confronto che ha determinato momenti di tensione ma anche risultati positivi; si tratta di dare continuità per completare i processi di miglioramento dei servizi socio-sanitari sul territorio; a tale riguardo ci sono ancora spazi di miglioramento, in particolare per quanto concerne: lungo degenza, dimissioni protette, posti di sollievo e centri diurni, oltre al sopracitato problema delle Liste di Attesa e al completamento della Rete Territoriale dei Nuclei di Cure Primarie e soprattutto della Case della Salute.

Per affrontare in modo concreto queste temi chiediamo alle Amministrazioni Comunali e alla stessa Amministrazione Provinciale di farsi parte attiva a livello dei tre ( 3 ) Distretti e di Conferenza socio-sanitaria ( CTSS ) per un pieno esercizio dei compiti di programmazione , regolazione e verifica dei risultati che spetta ai Comuni.

Per quanto riguarda il modello di AREA VASTA ( AVEN ) affinchè questa scelta possa rappresentare una possibilità consolidata è necessario che venga riconosciuta l’esperienza e si , valorizzino i saperi e le risorse umane attraverso il pieno coinvolgimento delle OO.SS e dei professionisti, salvaguardando il ruolo e la dignità dei lavoratori e mantenendo un equilibrio tra le Provincie in modo che ciascun territorio possa vedersi rappresentato adeguatamente in questo contesto.




5 - Politiche educative, formazione e istruzione

DISPERSIONE E INSUCCESSO SCOLASTICO: OBIETTIVO QUOTA ZERO

Obiettivo degli interventi degli EE.LL in materia di formazione ed istruzione è quello di stabilire una proficua collaborazione tra due autonomie, quella funzionale delle scuole e quella istituzionale degli enti locali, aventi la finalità comune del sistema di istruzione pubblico come diritto costituzionale soggettivo e inalienabile e come strumento di concreto miglioramento della condizione sociale di ciascuno, a partire dai più deboli.




a) Politiche per l'infanzia

Le statistiche mondiali dimostrano che la dispersione scolastica agisce di più sui soggetti che non hanno frequentato la scuola dell’infanzia e le indagini internazionali sull’apprendimento evidenziano, in maniera inconvertibile, che ottengono risultati scolastici migliori gli adolescenti che durante l’infanzia hanno fruito di servizi educativi di qualità.

Anche il rapporto UE 2014 su Educazione e Cura della Prima Infanzia sottolinea la stretta correlazione esistente tra investimenti nelle politiche educative per l’infanzia e miglioramento della situazione economica dei Paesi UE.Occorre pertanto proseguire il confronto sulle direttive applicative della Legge Reg. 1/2000, come modificata dalla Legge Reg. 6/2012, nell’ottica di rafforzare e qualificare il sistema educativo ( 0 – 3 ).

Diventa indispensabile una regia pubblica in grado di organizzare e coordinare sul territorio la domanda dei cittadini e l’offerta dei servizi proveniente da diversi soggetti ( pubblici e privati ) prevedendo un’eventuale implementazione, mantenendo l’attuale equilibrio, garantendo gli standards di qualità ai quali devono rispondere tutti i soggetti coinvolti ; le OO.SS sollecitano, inoltre, l’impegno degli EE.LL. piacentini a contribuire all’istituzione di sezioni primavera ( 24 – 36 mesi ) con i necessari supporti e con personale qualificato.

Per la fascia 3-6 è opportuna una piena collaborazione con l’Amministrazione Scolastica , nei limiti delle specifiche competenze, per implementare il numero di sezioni di scuola dell’infanzia statale e completare l’orario di quelle che oggi funzionano a orario ridotto.




b) EDILIZIA SCOLASTICA

Diventa inoltre urgente far emergere lo stato reale dell’ EDILIZIA SCOLASTICA ai fini della salvaguardia del patrimonio scolastico, qualificare l’offerta formativa e dare applicazione alla normativa in materia di sicurezza, a partire dai Comuni che sono stati autorizzati allo sforamento degli importi del Patto di Stabilità per gli anni 2014 e 2015 per tali interventi.

Si sollecitano interventi di efficientamento energetico per evitare che calendario scolastico e organizzazione oraria settimanale delle lezioni siano subordinati a esigenze di contenimento della spesa.







c) RETE SCOLASTICA

Occorre progettare l’eventuale riorganizzazione della Rete Scolastica, evitando la chiusura di istituzioni scolastiche in aree disagiate del territorio, dove la presenza scolastica assume anche la funzione di presidio culturale.

In previsione di eventuali interventi di riorganizzazione della rete scolastica occorrerà attenersi a criteri di funzionalità, ottimizzazione e qualità dell’offerta formativa, senza trascurare l’aspetto occupazionale. Occorre inoltre:

- implementare i servizi che consentano l’ordinario funzionamento delle scuole e la fruizione del diritto allo studio ( servizio mensa e assistenza in caso di articolazione oraria su 5 giorni/settimanali, trasporti, assistenza pre e post-scolastica… ) ;

- mantenere e potenziare gli interventi di assistenza all’handicap e di integrazione rivolti agli alunni stranieri;

- fornire alle scuole, in base alle effettive esigenze, le risorse indispensabili al funzionamento didattico e amministrativo, così come previsto dalla L- 23/96.




d) Giovani

Occorre affrontare le problematiche emerse nel “ Profilo di Comunità” con interventi mirati ed integrati per dare risposte ai comportamenti giovanili a rischio, dovuti anche all’aumento del consumo di alcol e sostanze, ai giovani immigrati di seconda generazione in cerca di identità e per migliorare ed estendere sul territorio strutture di aggregazione giovanile.







6 - Politiche abitative

Sull’emergenza casa non c’è consapevolezza della gravità della situazione: va pertanto riaperto il tavolo di confronto per l'applicazione della nuova legge regionale, per affrontare i nodi e le emergenze presenti nel territorio , a partire dal tema sfratti e morosità. In questo senso è necessario attivare tavoli di concertazione, per mettere in sinergia tutte le risorse e costruire la filiera dell'abitare (aumento e riqualificazione del patrimonio ERP, Agenzia per l'affitto a canoni sostenibili, riqualificazione energetica e ambientale). In questo diventa particolarmente importante la volontà, prevista, ad esempio nel PSC del Comune di Piacenza, di recuperare il patrimonio edilizio obsoleto e di dare nuovo impulso alle politiche abitative di edilizia residenziale sociale.

Sulle politiche abitative le OO.SS chiedono l’apertura di un confronto con gli Enti Locali e con la stessa ACER per definire un vero e proprio “ Patto dell’abitare” con al centro: un rinnovato impegno finalizzato al rilancio dell’ Agenzia per l’ Affitto; le modalità di erogazione del “ Contributo per gli Affitti “, anche attraverso una stabilizzazione del Fondo per l’Affitto e del Fondo per le morosità.

Inoltre , il contrasto all’evasione fiscale attraverso la compartecipazione dei Comuni, in particolare per quanto riguarda i tributi sulla casa, potrebbe portare risorse importanti per istituire dei “ Fondi Comunali per l’emergenza abitativa”.







7 - Prezzi e Tariffe

Si chiede di confermare e di incentivare l’introduzione della TARIFFA SOCIALE per i servizi pubblici locali per favorire le fasce più deboli della popolazione , nonché implementare la Raccolta Differenziata dei Rifiuti prevedendo un abbattimento sostanziale delle Tariffe per chi la effettua.

In particolare le Unioni dei Comuni dovrebbero definire specifiche iniziative di sostegno al potere di acquisto di pensionati a basso reddito e lavoratori che stanno pagando gli effetti della crisi ,attraverso la realizzazione di specifiche iniziative, con il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e del Volontariato, quali, ad esempio: SOCIAL MARKET, FARMER’S MARKET ( mercati con vendita diretta ) GAS ( Gruppi di acquisto collettivi ) , nonché la realizzazione di Panieri a prezzi convenienti,la creazione di un Albo ( Tariffario Comunale ) degli artigiani per anziani soli.

8 - SICUREZZA

Alle istituzioni locali poniamo il problema più generale delle “sicurezze” : da quella urbana alla tutela delle vittime dei reati, ai piani integrati contro la violenza sulle donne, al controllo e vivibilità del territorio , comprendendo in questo anche le sicurezze sociali.

In questo si chiede alle Istituzioni e alle forze sociali di costruire dei Patti Locali sulla sicurezza partecipata, di predisporre un sistema di presenza delle forze dell’ordine a livello di prossimità, prevedendo anche l’apertura sul territorio e nelle zone più a rischio della città di appositi sportelli sociali di ascolto e di mediazione per prevenire rischi, situazioni di conflitto e di degrado sociale.







Confronto con i Distretti

Le OO.SS individuano la centralità del sistema territoriale-distrettuale come il luogo dove: si intercettano i bisogni ,si interpreta la domanda di assistenza, si individuano le fonti del disagio, si incontrano la programmazione sociale e quella sanitaria ; vanno pertanto definiti nei distretti tavoli di contrattazione che riguardano i piani attuativi in materia di Sanità, Sociale, Socio sanitario, Educativo, politiche per l'interculturalità e l'integrazione, pol. Abitative, per rafforzare e qualificare il sistema regionale dei servizi, anche attraverso la piena utilizzazione delle risorse disponibili. Mettere in campo strumenti innovativi, come il Fondo territoriale per la spesa sociale integrata, per mettere a sistema tutte le risorse del territorio, anche derivanti dalla contrattazione di 2 livello, per consolidare ed innovare la rete dei servizi pubblici, a partire da specifici progetti territoriali, che abbiano come obiettivi principali il contrasto alla crisi, la riduzione delle disuguaglianze e delle povertà crescenti.




A fronte del permanere della congiuntura economica negativa occorre mettere in campo il massimo sforzo per dare continuità ai cosidetti “ FONDI ANTICRISI DISTRETTUALI “ e al “ FONDO PROVINCIALE A SOSTEGNO DEI LAVORATORI A RISCHIO ESPULSIONE DAL MERCATO DEL LAVORO” a favore di cittadini, famiglie e imprese interessati dalla crisi occupazionale, con contributi economici straordinari di sostegno al reddito e alle condizioni di vita di numerose famiglie piacentine.










SEGRETERIE TERRITORIALI CONFEDERALI, dei PENSIONATI e di CATEGORIA

CGIL – CISL – UIL













Piacenza, Marzo 2015